mercoledì 10 marzo 2010

Scrittura e fonetica

Ecco un libro che mi piace davvero:
I neuroni della lettura
di Stanislas Dehaene
Il seguente brano, tratto dalla pagina 44 (capitolo 1 : Come leggiamo?), insieme ad interessantissime dissertazioni riguardanti i differenti approcci al testo scritto e alle possibili evoluzioni,  che non mi è chiaro se essere originale dell'autore o effetivamente il prodigio di altre menti..., spero possa suscitare nei miei lettori lo stesso entusiasmo che ha ingenerato in me...

The European Union commissioners have announced that agreement has been reached to adopt English as the preferred language for European Communications, rather than German, which was the other possibility. As part of the negotiations, the British government conceded that English spelling had some room for improvement and has accepted a five-year phased plan for what will be known as EuroEnglish (Euro for short).
In the first year, "s" will be used instead of the soft "c". Sertainly, sivil servants will resieve this news with joy. Also, the hard "c" will be replaced with "k". Not only will this klear up konfusion, but typewriters kan have one less letter. There will be growing publik enthusiasm in the sekond year, when the troublesome "ph" will be replaced by "f". This will make words like "fotograf " 20 per sent shorter.
In the third year, publik akseptanse of the new spelling kan be expekted to reach the stage where more komplikated changes are possible. Governments will enkorage the removal of double letters, which have always ben a deterent to akurate speling. Also, al wil agre that the horible mes of silent "e"s in the languag is disgrasful, and they would go.
By the fourth year, peopl wil be reseptiv to steps such as replasing "th" by "z" and "w" by “v”. During ze fifz year, ze unesesary "o" kan be dropd from vords kontaining "ou", and similar changes vud of kors be aplid to ozer kombinations of leters.
After zis fifz yer, ve vil hav a reli sensibl riten styl. Zer vil be no mor trubls or difikultis and evrivun vil find it ezi tu un-derstand ech ozer.
Ze drem vil finali kum tru!


C'è anche la traduzione in italiano nelle note, ma non regge il confronto.

Un Sorriso
P.S. Il tutto mi ricorda anche un brano dei "latte e i suoi derivati" dal titolo tipo : Canzone d'amore di un ragazzo ad una ragazza (o qualcosa del genere) in cui l'evoluzione del linguaggio portava il cantante ad usare la sola vocale a in sostituzione delle altre, ma qui l'effetto, oltre che studiato in modo "scientifico" è davvero dirompente. Mi auguro che la lettura del brano precedente possa far nascere in voi almeno dei dubbi su quello che rappresenta il linguaggio per la nostra mente e la nostra cultura....

10 commenti:

  1. Uff... che faticata. In mezzo a telefonate, spalatura di neve e mill'altro ancora... spero al dunque di essere riuscito a dare una forma decente al mio post... l'importante resta il testo tratto dal libro...
    Un Sorriso

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  2. Fammi capire: hai già il libro? E come mai ha la traduzione in nota e non viceversa?
    Tra l'altro mi sembra che l'italiano soffra meno di simili problemi, visto che pressappoco si legge come si scrive (certo, non del tutto, ma senz'altro più dell'inglese) e ha meno lettere ridondanti.

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  3. SI !!! Preso in biblioteca da giovedì scorso e purtroppo iniziato soltanto... Ma è fantastico. Ho appena finito il primo capitolo!!! Te lo Straconsiglio!!!!

    Un Sorriso

    P.S. Sì il testo in "Euro" è nel "testo" mentre la traduzione che perde il suo fascino è in nota.
    Se te la cavi con il francese ti lascio quest'altra chicca con cui chiude pagina 59...

    "Docteur, ma femme est clouée au lit, je voudrais que vous la vissiez!"

    Qui il gioco è spiegato in nota (a fine libro tra l'altro, non comodissime): "vissiez" è il congiuntivo presente di visser (avvitare) e il congiuntivo imperfetto di voir (vedere) per cui --> "Dottore, mia moglie è inchiodata al letto, vorrei che lei l'avvitasse/vedesse"

    (non mi tornano i tempi dei verbi, ma quelli umoristici sono sublimi)

    Riguardo il tuo commento è argomento proprio del primo capitolo e l'autore cita appunto l'italiano come lingua "semplice da leggere" e il testo è un esempio delle difficoltà di "semplificare" la scrittura

    Un Sorriso

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  4. Io che sono vecchio ricordo che circolava già una quindicina d'anni fa, ovviamente non ho le prove. C'era anche un sito di Diego Marani (che adesso cerco) spassosissimo sull'europanto, che io uso abitualmente, mi viene spontaneo.
    Per Tommy: tra mio fratello e mia cugina Graciela c'è una querelle che va avanti da vent'anni su quale sia la lingua che si legge come si scrive; tanto per dire come si deve leggere ch o c o j o ll?

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  5. Aggiornamento: googlate per "Diego Marani europanto"

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  6. Grazie juhan, i tuoi contributi sono davvero preziosi. Riguardo il Dehaene egli, appunto, indica l'italiano come lingua "uno ad uno", ma da buon francese (io che parlo bene di un francese? Subito a misurarsi la febbre!!!) non mi sembra che il suo sia un complimento. D'altronde il "campanilismo/nazionalismo" ha sempre individuato nella "parlata" piuttosto che nella "scrittura" del vicino una forma stupida/semplificata del proprio lessico che invece mantiene caratteristiche forti e "migliori" (sto vomitando, ma per fortuna sul web non giungono gli odori acri che produco). In fin dei conti l'autore (che appunto seppur francese mi intriga) sembrerebbe non scegliere come pura piaggeria la ricchezza del francese, auspicando che la nuova generazione (quella del web e degli sms) sia meno refrattaria ad una semplificazione della ortografia francese
    Un Sorriso

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  7. In altre parole - tornando alla fonetica - potremo sostituire la 'k' al 'ch' e saremmo a posto, se quel che conta è l'economia! Certo, potremmo anche togliere le 'i' ridondanti (come quella in "cielo" o in "valigie"), ma forse poi dovremmo inserire un simbolo per discriminare i 'gl' duri ("glicine") dagli altri. E le esse e zeta sorde o sonore, e le e ed o aperte o chiuse? :-P

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  8. Juhan: hai ragione, non in ogni lingua lo stesso simbolo traduce un identico suono. Ma, come ricorda il più Cattivo, quel che importa è la conversione "uno a uno". :-)

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  9. @Tommy: hai colto il punto essenziale, che l'autore esplicita nel testo. Qual'è il giusto equilibrio tra "precisione" e "costo" almeno per imparare la lingua (si riferisce in particolare ai bambini). Un altro punto, solo anticipato rispetto alla seconda partre del volume è legata alla difficoltà per coloro che sono affetti da disfunzioni che rendono loro particolarmente difficile la gestione delle "ricchezze" della lingua scritta.
    Un Sorriso.
    P.S. riguardo la corrispondenza univoca il "controesempio" dall'autore riportato è il cinese, ma anche le omofone francesi sono mica da ridere...

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  10. Giungo ormai alla fine della lettura e non posso che confermare il giudizio con cui lo avevo cominciato. Uno dei migliori volumi che mi sia passato tra le mani. Forse non sempre accessibilissimo e magari come lettura dopo mezzanotte è sprecato, ma il libro è eccezionale!
    Un Sorriso

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