venerdì 7 gennaio 2011

Prospettive

Copio-incollo un "post-da-paura".
In quanti hanno il coraggio di affrontare la realtà?

Non pretendo di essere io a portarla avanti agli occhi di tutti, ma continuando a occuparci di escort ed altre minchiate non comprendo cosa ne potremmo trarre. Buona Lettura:

La terra dei cachi

Quanto sta facendo Marchionne alla FIAT non deve meravigliare. Sta semplicemente facendo il suo lavoro: massimizzare i profitti, minimizzare i costi. Esattamente come ogni piccolo imprenditore o commerciante, solo che i costi (o vite) in ballo sono molto di più. In un mondo capitalista e globalizzato sono dettagli.
Il problema è molto più grave.
  1. Non siamo un mercato redditizio in cui vendere
  2. Non siamo un mercato redditizio in cui produrre
  3. Non investiamo in ricerca
Praticamente siamo fuori dal mondo. Un tempo eravamo degli innovatori, un popolo di creativi in grado di esportare il propri prodotti unici in tutto il mondo. Poi abbiamo cominciato ad approfittare di questa situazione, convinti che i nostri brand e le nostre innovazioni fossero imbattibili e impossibili da riprodurre. Abbiamo cominciato a produrre a bassi costi in Cina e in altri paesi del terzo mondo, riducendo la qualità globale e interrompendo il processo innovativo. Poi improvvisamente ci siamo resi conto che il resto del mondo non è rimasto a guardare e ci siamo trovati fuori dal mercato.

Il problema va avanti ancora oggi. Lo Stato, invece di investire pesantemente in quei settori della ricerca in in cui il nostro paese si è dimostrato più volte all’avanguardia (cultura, arte, alta meccanica, moda, prodotti alimentari), si è attivato solo per tagliare ulteriormente i fondi per la ricerca. L’iniziativa privata in Italia si è dimostrata priva di lungimiranza, per nulla interessata a guardare al futuro ma più orientata verso guadagni facili ed immediati. Risultato: siamo al tracollo.
Il “Made in Italy” sopravvive e prospera solo dove si è continuato ad investire in ricerca e innovazione, dove le aziende hanno continuato a produrre opere uniche e irriproducibili altrove (Ferrari, alcuni brand della moda, alcuni prodotti alimentari, ecc). Gli altri sono crollati o hanno perso totalmente i propri legami con l’Italia, diventando aziende globali (FIAT).

Se non riprenderemo immediatamente ad investire nella ricerca, a sostenere il mondo accademico e ad incentivare la creatività e l’innovazione in Italia… siamo destinati alla bancarotta.


Qui finisce il "post-da-paura".
Qualche nota "originale"? Poche, se non che siamo rimasti ancorati ai "monarchi illuminati" e che ogni qualvolta ne siamo rimasti senza, i dolori nella penisola sono stati fortissimi.
Cosa proporre? La mia risosta è la solita: consapevolezza. I danni del berlusconismo trionfante di questi ultimi 20 anni (io li dato dal craxiano: "gli italiani debbono soffrire") sono tutti qui: rendita di posizione, sfruttamento dell'ignoranza, mercificazione della cultura, ecc...
Un Sorriso

7 commenti:

  1. Se uno è giovane può sempre emigrare. Certo, deve prepararsi a essere trattato come noi trattiamo i disperati che capitano qua.

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  2. Hai appena finito di ascoltare "In fila per tre" di Edoardo Bennato, o è una mattinata di ottimismo che ti porta a tale "soluzione"?

    Un Sorriso

    P.S. Perché per emigrare bisogna essere giovani... lo posso intuire, non saprei se condividerlo, ma....

    Fino a che età si è giovani?
    Oppure la discriminante non è l'età?

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  3. Una giornata come tante. Si è giovani fin quando si crede di poter riuscire a fare qualcosa. IMHO.

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  4. Sbagli nell'attribuire la colpa della situazione al berlusconismo. Il berlusconismo è solo una delle tante conseguenze, non la causa. Le cause sono molto più antiche e profonde, nonché legate a cinquant'anni di gestione demo-CRISTIANA del paese, culla della nostra classe dirigente (quella grottescamente rappresentata dal film "Todo modo" di Petri, per capirci), cui s'è contrapposta una sinistra ideologica, statalista e stalinista, stupidamente assistenzialista quanto profondamente antidemocratica, incapace di rappresentare per l'immaginario collettivo un'alternativa veramente credibile al connubio tonaca-capitale di matrice post-fascista.
    Per estrema ironia della sorte, quelli che ci sono ora son solo le ombre intraviste dalla caverna di quelli che c'erano prima.
    Pensa come siamo messi.

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  5. Sbaglio? Chissà? Potrei risponderti che la gestione quarantottennale ;-) (1946-1994?) democristiana fu il frutto di una gestione liberal-fascista dei ottantaduennali anni precedenti (1961-1943) e così via, fino a dire che la colpa fu di quel deficiente che scese dall'albero ;-) ....... sulle colpe della sinistra potremmo discutere, personalmente a Veltroni, Franceschini e Bersani (il baffino non lo voglio neanche nominare) continuo a preferire (non ad adorare o venerare) Togliatti, Longo e Berlinguer....

    Scherzi a parte, non credevo di aver attribuito colpe al nano, per me è assolutamente incapace di intendere e volere ;-)

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  6. Vedi, la gestione dell'Italia da parte del Berlusca, è paragonabile a quella d'una azienda nella quale comandassero gli uomini del marketing (o "venditori", secondo la dizione "old style"). Un'azienda può essere "market oriented", se la sua "filosofia" è totalmente improntata a sempre nuove strategie di vendita a prescindere da ciò che viene venduto (che può essere anche "cacca"), mentre sarà "product oriented", se esclusivamente imperniata a migliorare il proprio prodotto, incurante dei reali bisogni degli ipotetici clienti. Un'azienda che realmente funzioni (o "azienda di successo") sarà un mix ragionevolmente calibrato di entrambe queste componenti, mentre l'Italia "made in Arcore" rappresenta un ottimo esempio della prima tipologia di cui si parlava sopra. Tutto questo per dire che, oggi come oggi, ci viene rifilata della merda facendoci credere che sia oro; tuttavia, riallacciandomi al commento precedente, se non abbiamo gli strumenti per trasformarla almeno in buon concime, la colpa va ricercata soprattutto nel nostro passato, più o meno recente e nella mentalità dominante che in esso si è creata. Spero d'aver chiarito il lector-pensiero ;-)

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  7. Non devi in nessun caso "giustificarti". Purtroppo quanto tu esprimi mi è ben chiaro. Vorrei poter dire che lo sottoscrivo, ma non sono certo di possedere gli strumenti e le conoscenze necessarie... ma ci lavoreremo

    Un Sorriso

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