giovedì 12 marzo 2009

In difesa di questo straordinario governo

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ecco qui di seguito un lavoro straordinario.

martedì, 10 marzo 2009

Come sapete, grazie all'inflessibile operato dell'On. Gabriella Carlucci, presto tutti i blog comunisti che osano dire male del governo verranno irrimediabilmente e definitivamente debellati, come pure e' giusto in questi momenti nei quali, come Silvietto insegna, non si puo' prescindere da un contagioso ottimismo e dunque chi rema contro lo vada pure a fare nei bagni, si', ma penali.

A tale proposito, questo blog vuole umilmente, ancora una volta, prima che zelanti funzionari ne ordinino la chiusura, tessere le lodi di un governo che, lo diciamo senza tema di smentita, per intrapresa ed intuizioni non ha pari nell'intera storia repubblicana. Ci sia dunque concesso ancora una volta il piacere di cantare le gesta di questo inarrivabile Consiglio dei Ministri.

Vorremmo cominciare dal caritatevole esempio di Maurizio Sacconi, erede naturale di Ernesto Rossi e Nicola Chiaromonte: la sua decisione di terminare al piu' presto l'erogazione del vaccino contro il tumore all'utero risplende del limpido, puro atto del liberale sapientemente contaminato dalla saggezza cattolica. E a tutte quelle zoccolette che pensavano di darsi a lubrichi sgavazzamenti dopo aver laicisticamente e scientisticamente goduto del vaccino, ripetiamo che la Verita' di nostro signore non si puo' confondere con cazzi e manubri, ancorche' di gomma. Grazie, Ministro Sacconi: tutta l'Italia cattolica e non, assieme al Vaticano, vede in lei la prosecuzione nitida di un Mill, ma in meglio.

E come dimenticare il genio purificatore di Eugenia Roccella? Interrompendo il protocollo di estensione dell'anestesia epidurale a tutte le partorienti, la grande pensatrice cattolica riporta in modo non falsamente femminista la donna al centro del dibattito politico e teologico, ricordando alla stronza che se c'e' scritto che bisogna partorire con dolore e' inutile stare a far flanella, ogni puntura di epidurale e Gesu' piange, senza contare il Santo Padre che si addolora tanto. E poi, non si era detto che e' appunto nel dolore che si riacquista piena coscienza di noi stessi e si capisce il sacrificio di Cristo nella sua interezza? Quanto vorremmo essere come Eugenia Roccella: ella e' il piu' cristallino esempio di come un cattolico, grazie a quella naturale sprezzatura che gli deriva dal possedere la Verita', non abbia bisogno di fumose nozioni o ancor peggio indistinti e misteriosi titoli per fare benissimo nei piu' diversi dicasteri: a chi calunniosamente ne evidenzia gli incredibili strafalcioni quando, come rapita da estatica beatitudine, Eugenia prende a parlare in linguaggio scientifico, noi cattolici rispondiamo che in quanto detentrice dell'assoluto ella potrebbe passare indifferentemente dalla Giustizia al Bilancio all'Interno alla Ricerca Scientifica e continuare ad illuminare magistralmente le coscienze. Che poi per fare da passacarte a Betori basta la zero elementare.

Ma vogliamo dimenticarci di Gaetano Quagliariello, il castigatore di Beppino Englaro? E come si fa a trascurare l'allievo di Locke, il ventriloquo di Hobbes, il correttore di bozze di Tocqueville? Grazie alla ribalda destrezza con la quale si abbandona alla peregrina arte della contaminatio, Quagliariello ha gia' fatto capire che la vera obbedienza a Santa Romana Chiesa era in realta' il principio inscritto in tutti i classici del pensiero liberale, anche italiano: leggi Bruno Leoni, e pensi a Benedetto XVI; attacchi un capitolo di Von Mises, e ti spunta fuori Caffarra; riassumi Von Hayek, e ti vengono in mente le chiose di Bagnasco. Eccola, la liberta' cosi' genialmente ridefinita da questo intransigente intellettuale: ossequio e reverenza verso i chierici, e tanta obbedienza, che' e' quella la vera liberta'. E se poi il diritto naturale lo fai scrivere al Vaticano, e' naturale: con loro e' sempre un pochino piu' naturale che se lo scrive qualcun altro. Se non attribuiscono immediatamente al Professor Quagliariello un Nobel per direttissima, vado ad incatenarmi ad horas ai cancelli dell'Accademia di Svezia.

E meno male che su tutti questi liberali, che si sa, in quanto liberali a volte fanno un po' di casino, vigila sempre il piu' liberale di tutti, zio Silvio. Zio Silvio, dal '94 ad oggi, ha dichiarato di preferire sistemi elettorali proporzionali, proporzionali corretti, misti, maggioritari, proporzionali con sbarramento, uninominali, a liste bloccate, con meccanismi di redistribuzione, con scorpori, con recuperi di quota, con apparentamenti, con desistenze, con coalizioni variabili, con indicazione del premier, con premi di maggioranza, con bonus di governabilita', con riduzione dei gruppi, con vincoli qualificati, con cordate forzate, dicendo poi che non aveva mai cambiato idea e pronto a sostenere un'altra posizione ancora a patto pero' che non lo mandassero in galera e non gli toccassero Mediaset; e ha poi dichiarato di preferire sistemi di governo alla francese, alla tedesca, all'americana, con presidenzialismo coabitativo, con presidenzialismo anglosassone, con elezione diretta del premier, con armonizzazione regionale, con bicameralismo perfetto, con bicameralismo imperfetto, con espansione esecutiva, con camera dei Lords, con senato delle Regioni, con conferenza dei capigruppo, con sistema finlandese, con premier forte, con sfiducia costruttiva, con sfiducia generalizzata, con crisi limitrofa, con commissione ipertrofica, dicendo poi che non aveva mai cambiato idea e pronto a sostenere un'altra posizione ancora a patto che non lo mandassero in galera e non gli toccassero Mediaset. Insomma, per Silvio Berlusconi vediamo bene un'attribuzione straordinaria del premio "Benedetto Croce", perche' in Italia e non solo di liberali cosi' ce ne sono pochi, a difendere con la schiena dritta l'individuo dalle ingerenze dei laicisti e a sostenere in modo cosi' intransigente, senza tentennamenti, l'agenda liberale. E inoltre, quello che il liberale Berlusconi potra' dire con orgoglio e' di aver fatto letteralmente ingoiare all'italia statalista e abituata a raccomandazioni e favori la meritocrazia, beninteso prudentemente temperata con spirito cattolico. Infatti, solo donne di integerrima e provata fede cattolica come Mara Carfagna e Michela Brambilla hanno potuto aspirare ad un incarico con Silvio, e se lo sono meritato passando intere giornate a pregare, in ginocchio. Prova provata di quanto sia virtuoso l'incontro tra liberalismo e tradizione cattolica.

Hai visto, Italia, che culo che hai? Sei diventata all'improvviso, dall'oggi al domani, una liberaldemocrazia. Le redini le tengono Bagnasco, Bertone, Benedetto e Betori: equilibri piu' avanzati cui presto tutto il mondo guardera' con ammirazione, prendendo esempio.

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