giovedì 14 gennaio 2010

Sensibilità Atea (.... continua) con un po' di autofenomenologia che sfocia in DNA

Proseguo il "dialogo" con Stefano, avventore credente del blog de "il più Cattivo"...

Prima una breve considerazione, che spero non offenda nessuno, almeno in quanto sincera...
La domanda è : "Perché proprio qui?"
La risposta non me la sono ancora riuscito a dare, anche se il sospetto in questo momento ricade maggiormente, partendo da una delle prime affermazioni di Stefano, riguardo la sua abitudine al dialogo con atei... In realtà è "autofenomenologia". Ovvero ritengo (e questa è una domanda anche, ma non solo, per Stefano) che parlare con credenti "senza dubbi" e portatori delle ormai ritrite certezze sia davvero noioso. conto invece di non annoiare il mio gentile visitatore  e tutti gli altri che volessero leggere le nostre discussioni e parteciparvi.

Come ormai già fatto in precedenza prendo spunto da alcune osservazioni del mio cortese visitatore  per riflessioni personali. In particolare nel suo commento precedente riportava:
Di solito i materialisti rispondono: un giorno con la nostra scienza capiremo.
Può darsi: ma questo non è altro che un comunissimo atto fideistico. Anche il materialismo è una forma di fede, nel momento in cui dal fatto che possiamo facilmente credere in ciò che è materiale e visibile non consegue in alcun modo che tutto ciò che esiste sia materiale e visibile: se lo metti in forma sillogistica, vedrai chiaramente come almeno una delle premesse è fallace.


A quanto risulta chiaro, almeno a me, a fare autofenomenologia non solo il solo. Stefano possiede degli strumenti per elaborare la propria visione del mondo e di riflesso della propria mente. Quindi cerca mediante quelli che conosce di interpretarvi il mondo e nel particolare lo sviluppo ed il sostegno del metodo scientifico. Essendo stato (non solo lui) indottrinato, probabilmente sin da bimbo e appartenendo ad una specie (homo sapiens sapiens) che secondo T.Pievani è nata per credere,
More about Nati per credere
senza dover fare sforzi particolari giunge (anche lui, ma in abbondante compagnia) a poter sostenere che la scienza sia un atto fideistico. Non entrerò nei dettagli della risposta, anche perché c'è chi lo ha fatto meglio di come potrei farlo io, ad esempio qui, ma mi limiterò a notare che poi egli stesso cerca di superare il puro gesto di fede provando ad accompagnarlo con ragionamenti che però si guarda bene dal mettere sotto i riflettori (e fa bene, studiosi molto più esperti ci hanno già provato e, secondo la mia modesta opinione, hanno fatto figure barbine).
Divertente è, almeno per me, la distinzione sensoriale del visibile come compagno fedele del materiale... mi rimanda con la memoria alla bellissima lezione di Dawkins che trattava anche di come gli insetti vedessero i fiori con i loro organi di senso ultravioletti



(ancora grazie a weissbach per la segnalazione)

Un Sorriso

P.S. Stefano risponderti è un piacere, abbastanza faticoso, per cui ti chiedo scusa se sono ancora un po' indietro, ma se avrai pazienza vedrai che cercherò di completare il tutto....

4 commenti:

  1. Buonanotte!

    Dunque: innanzitutto ti chiederei, se possibile, di spiegarmi precisamente cosa intendi per "autofenomenologia" e "eterofenomenologia", che come termini mi suonano abbastanza nuovi; fenomenologia è in senso husserliano? O è qualcosa di diverso?

    Comunque: converrai con me che l'attribuzione di indottrinamento alla mia persona è opinabile, di certo non è scientifica. Il fatto che esistano cristiani indottrinati (ovvero che non ragionano, che vivono la loro fede sulla base di preconcetti instillati dall'educazione sui quali non si sono mai soffermati criticamente) è certamente vero, così come è vero che esistono atei indottrinati; io stesso ho contribuito ad avvicinare alla conversione un paio di persone educate all'ateismo, le quali hanno considerato la fede come un'incredibile scoperta dopo averla incontrata realmente (e non solo dalle scarne opinioni dei loro amici). Tuttavia, questo non significa che i cristiani (o i credenti) in generale possano essere inseriti in questa definizione; questa sarebbe un'affermazione induttivista e certamente poco scientifica (non esistono dati sperimentali che possano supportare un'affermazione di interesse totale). Io, personalmente, sono arrivato alla mia fede attraverso un percorso personale; ti cito per la seconda volta il grande Chesterton, nell'incipit di uno dei suoi libri migliori:

    " Nel corso della mia gioventù, non ho fatto altro che cercare di costruirmi un'eresia personale: quando sono arrivato a darle gli ultimi ritocchi, mi sono accorto che altro non era se non l'ortodossia cattolica."

    Alla tua osservazione accompagni la teoria, di appartenenza evoluzionistica, secondo cui la specie umana (a livello filogenetico e ontogenetico) è predisposta alla credenza: personalmente, sono un grande fan di questa teoria, pur avendo molti dubbi sui paradigmi evoluzionisti (...prima di partire in quarta sull'evoluzione, ricordati che sono i protestanti a fomentare il conflitto creazionismo-evoluzionismo, che per noi cattolici non ha ragione d'essere; i miei dubbi sulle teorie darwiniane sono assolutamente personali).
    Queste teorie ci insegnano che il nostro cervello e i nostri geni, probabilmente, ci predispongono all'atto di credere.
    Ottimo.
    A questo punto, assumere da questo
    a) la verità/falsità degli oggetti della credenza
    b) l'ammissibilità/non ammissibilità della scelta di credere
    sono processi assolutamente ingiustificati.
    Il fatto che il nostro cervello sia disposto a credere o meno non ha niente a che fare col fatto che Dio esista o meno, o sul fatto che una persona scelga di credere per ragioni o esperienze più o meno giustificate; al contrario, qualcuno potrebbe sostenere che la predisposizione naturale alla credenza si inserisce perfettamente nel contesto di un Disegno Intelligente, più che nel caos delle contingenze. E' perfettamente ragionevole ipotizzare che, se siamo stati creati da un Dio, e a questo Dio interessa che noi crediamo in Lui, Egli ci abbia preparati per questo anche a livello genetico. Anzi, se questi scienziati mi dimostrassero il contrario (che il nostro cervello non è predisposto a credere), allora sì che sarebbe un'argomentazione interessante; così, francamente io me ne sento solo fortificato.

    RispondiElimina
  2. Per poter continuare produttivamente il nostro discorso, mi permetto una suggestione, è necessaria da parte di entrambi la giusta dose di epochè (ed ecco Husserl!), ovvero di obiettiva sospensione del giudizio: io potrei infatti sostenere che l'asserzione secondo cui i cristiani sono tali poichè indottrinati, è anch'essa il risultato di un indottrinamento, il quale evidentemente non è stato posto sotto la luce critica dell'incontro concreto con un certo tipo di credente.
    L'uomo è sempre mosso da una motivazione: se stiamo continuando questa conversazione (e la cosa mi stupisce e mi fa davvero molto piacere, dato che molti dopo un po' si annoiano o mi mandano ottusamente a quel paese), un motivo ci deve essere.
    Ci si butta in una discussione essenzialmente per due motivi: per difendere la propria posizione e per sottoporla a critica. La cosa straordinaria è che una cosa non esclude l'altra. Se discuti con me, devi mettere in conto, anche solo come remotissima possibilità, che la mia posizione personale non sia il risultato di un mero indottrinamento, bensì il traguardo (sempre parziale) di un percorso di sincera e approfondita ricerca, corredato della necessaria autocritica e onestà intellettuale.
    Io lo faccio con te: posso anche dirti che, pur tenendomi aggiornato sulle argomentazioni a favore del mio credo, ho visionato e approfondito -tutti- i principali testi e le principali fonti (almeno quelli universalmente conosciuti) legati all'ateismo (da Feuerbach a Dawkins passando per Russell, e naturalmente altri) e posso assicurarti che, da quando ho iniziato, non ho ancora trovato -una- sola argomentazione che sia effettivamente originale (non ritrovabile sotto altre forme nella Storia del Pensiero) nè realmente valida dal punto di vista dell'esame della Ragione. Ma non smetto mai di cercare: in senso popperiano, non si conferma cercando prove, ma eliminando le smentite.

    Attenzione: non ho mai detto che la Scienza sia un atto fideistico, sebbene la scienza in quanto tale si basi sull'esistenza degli enti e sia posteriore ad essi (la scienza non può rispondere a domande sull'esistenza di qualcosa, piuttosto, l'esistenza di qualcosa è la condzione secondo la quale si può dare o meno una scienza di essa): ho detto che sono atti fideistici quelli che attribuiscono la scoperta di qualcosa alla scienza del futuro, quando non vi sono reali progressi scientifici che possano supportare questa affermazione. Questo mi sembra estremamente ragionevole.

    Detto questo, io non ho niente contro la fede, come puoi ben immaginare: e la fede può certamente convivere con la Ragione, soprattutto nel contesto cattolico (non certo nei protestantesimi, per natura spiritualisti ed emotivisti); come diceva sant'Agostino, credo ut intelligo, intelligo ut credo. Spero non suoni come una domanda assurda ma... hai mai letto qualcosa di Sua Santità??

    A presto! Stefano

    RispondiElimina
  3. ehi ...piano per favore ;-)

    una cosa per volta:
    Etero (ed auto) fenomenologia sono frutto della lettura di un capolavoro del mio filosofo preferito Daniel C. Dennett http://it.wikipedia.org/wiki/Sweet_Dreams._Illusioni_filosofiche_sulla_coscienza
    di cui nei miei post ne puoi trovare in abbondanza. Per dei riferimenti rapidi al loro rignificato ti suggerirei la lettura di un post (una recensione di un blogger molto in gamba (ormai latitante da un po' sul web)
    http://lauromente.blogspot.com/2007/03/daniel-c-dennett-sweet-dreams.html
    od anche
    http://www.lestinto.it/articoli/che-cosa-e-la-coscienza-daniel-dennett-a-bergamoscienza/

    Ma sul web ce ne è a bizzeffe....
    Per il resto sto incominciando a pensare di fare una lista, altrimenti rischio di perdermi i pezzi....

    RispondiElimina
  4. Chiedo scusa a Stefano (ovvero pubblicamente) perchè rileggendo un suo commento temo possa essere riamsto male perchè ho usato il termine indottrinato anche riferito a lui. non c'era alcuna intenzione di offendere e mi riprometto di tornarci sopra....
    Un Sorriso

    RispondiElimina