lunedì 31 gennaio 2011

giovedì 27 gennaio 2011

Root of all evil

Partendo da un assunto "dawkinsiano", ovvero che non esiste un "root for all evil" (neanche la religione), sono convinto che non possa esistere neanche una "sola soluzione a tutti i mali". La tesi "della complessità e dell'irriducibilità" è spesso combinata ad una incapacità di analisi e per questo spesso giustamente avversata. Avendo fatto della consapevolezza la mia bandiera ed il mio obiettivo, la mia bandiera perchè non debba mai rinunciare alle fondamenta faticosamente costruite (non ai suoi orpelli) ed il mio obiettivo perché possa comunque vederlo davanti e definirlo come causa della mia esistenza e giustificazione della mia unicità, e  combinando la consapevolezza nei suoi diversi gradi al riconoscimento di una realtà non affrontabile unicamente come curve gravitazionali, propendo per una valutazione attenta del circostante che renda più sensate le proposte che mi trovi a presentare rispetto a utopie che non saprei come e dove condurre. In particolare propendo per una valutazione complessa della relazione civile. Nel tempo le relazioni si sono evolute in conseguenza delle sfide che dovevano affrontare. Non tutti i modelli sono stati in grado di salvaguardare chi li perseguiva e le lezioni subite a volte sono state drammatiche. (to be contnued)

venerdì 7 gennaio 2011

Prospettive

Copio-incollo un "post-da-paura".
In quanti hanno il coraggio di affrontare la realtà?

Non pretendo di essere io a portarla avanti agli occhi di tutti, ma continuando a occuparci di escort ed altre minchiate non comprendo cosa ne potremmo trarre. Buona Lettura:

La terra dei cachi

Quanto sta facendo Marchionne alla FIAT non deve meravigliare. Sta semplicemente facendo il suo lavoro: massimizzare i profitti, minimizzare i costi. Esattamente come ogni piccolo imprenditore o commerciante, solo che i costi (o vite) in ballo sono molto di più. In un mondo capitalista e globalizzato sono dettagli.
Il problema è molto più grave.
  1. Non siamo un mercato redditizio in cui vendere
  2. Non siamo un mercato redditizio in cui produrre
  3. Non investiamo in ricerca
Praticamente siamo fuori dal mondo. Un tempo eravamo degli innovatori, un popolo di creativi in grado di esportare il propri prodotti unici in tutto il mondo. Poi abbiamo cominciato ad approfittare di questa situazione, convinti che i nostri brand e le nostre innovazioni fossero imbattibili e impossibili da riprodurre. Abbiamo cominciato a produrre a bassi costi in Cina e in altri paesi del terzo mondo, riducendo la qualità globale e interrompendo il processo innovativo. Poi improvvisamente ci siamo resi conto che il resto del mondo non è rimasto a guardare e ci siamo trovati fuori dal mercato.

Il problema va avanti ancora oggi. Lo Stato, invece di investire pesantemente in quei settori della ricerca in in cui il nostro paese si è dimostrato più volte all’avanguardia (cultura, arte, alta meccanica, moda, prodotti alimentari), si è attivato solo per tagliare ulteriormente i fondi per la ricerca. L’iniziativa privata in Italia si è dimostrata priva di lungimiranza, per nulla interessata a guardare al futuro ma più orientata verso guadagni facili ed immediati. Risultato: siamo al tracollo.
Il “Made in Italy” sopravvive e prospera solo dove si è continuato ad investire in ricerca e innovazione, dove le aziende hanno continuato a produrre opere uniche e irriproducibili altrove (Ferrari, alcuni brand della moda, alcuni prodotti alimentari, ecc). Gli altri sono crollati o hanno perso totalmente i propri legami con l’Italia, diventando aziende globali (FIAT).

Se non riprenderemo immediatamente ad investire nella ricerca, a sostenere il mondo accademico e ad incentivare la creatività e l’innovazione in Italia… siamo destinati alla bancarotta.


Qui finisce il "post-da-paura".
Qualche nota "originale"? Poche, se non che siamo rimasti ancorati ai "monarchi illuminati" e che ogni qualvolta ne siamo rimasti senza, i dolori nella penisola sono stati fortissimi.
Cosa proporre? La mia risosta è la solita: consapevolezza. I danni del berlusconismo trionfante di questi ultimi 20 anni (io li dato dal craxiano: "gli italiani debbono soffrire") sono tutti qui: rendita di posizione, sfruttamento dell'ignoranza, mercificazione della cultura, ecc...
Un Sorriso

mercoledì 5 gennaio 2011

Armi di distrAzione di massa

Armi di distrAzione di massa.


Perché è così importante l'estradizione di Battisti

Si, concordo che se uno deve pagare, è giusto che paghi, ma perché sarebbe "importante"? Forse Landoni dimostra che sia importante per "i familiari" ma capisco quelli che difronte allo sfacelo della giustizia pensano (o almeno io immagino che pensino): "OK, ma adesso pensiamo ai problemi veri"

Poi il numero di questi problemi sono diversi a seconda delle condizioni, ma dubito che ci siano 2 italiani su cento che possano mettere "davvero" questa situazione in testa alle loro priorità. Nonostante il battage pubblicitario e politico che giustifica l'inizio del mio commento.

Un Sorriso