venerdì 30 dicembre 2011

Ci manca davvero poco?

Ci vorrebbe un pensiero positivo.
Magari da "ilpiùCattivo"... ma comunque positivo.
Sarebbe troppo facile prendersela con Monti e l'ICI o con il funerale del presidente coreano e photoshop...
Penso che per l'ultimo post di un anno poco prolifico occorrerà invece mettere da parte altre queste considerazioni e lanciarsi in ambiti meno da baraccone.
Ecco vorrei lasciarvi per l'ultimo dell'anno un bel quesito:
Quanti di voi ritengono che non ci siano ulteriori margini per disastri come Fukushima hanno presente la situazione delle centrali nucleari nel mondo?
Ora per quale specie tifate quale successore della nostra come dominatrice dei prossimi millenni?
Ascoltiamo prima qualcuno che di questi argomenti ne parlava tempo fa:


 Un Sorriso

domenica 13 novembre 2011

Un po' di sano buonumore...

sabato 17 settembre 2011

1° Giornata Festival della Filosofia 2011 Venerdì 16 pom (Boncinelli - genoma)

.... Ovviamente dal mio modestissimo punto di vista.

Dopo una giornata di lavoro riesco finalmente a raggiungere intorno alle 18 il centro di Carpi.
Noto innanzitutto che il posto dove di solito cerco parcheggio in centro è abbastanza sgombro.
La mia prima impressione (ovvero per chi non ci fosse arrivato che ci fosse un po' di deserto) veniva però immediatamente negata dal fiume di persone che si spostava lungo il corso. Ovviamente si trattava principalmente di ragazzi a passeggio e di persone che erano più che altro attratti dalle vetrine.

Riesco comunque a giungere in tempo per la prima conferenza che avevo segnato nel mio calendario.
Boncinelli in "genoma". Il prof. Boncinelli avevo già avuto l'occasione di ascoltarlo, sempre in Carpi appena un paio di anni fa. Anche qui, vi riporto la mia prima impressione: mi sembra invecchiato.
La piazza Garibaldi è addobbata in modo abbastanza austero, salvo degli enormi diffusori che sembrano più adatti ad un concerto pop, sul palco una tavolone con un paio di sedie e segnaposti più semplici ed "anonimi" possibile. Le poltroncine, in numero piuttosto corposo, sono più nuove (e meno stinte) nelle prime file, quelle dietro dove mi accomodo sono anche un po' disfatte e la sensazione di comodità scompare rapidamente. Dopo una introduzione, sufficientemente tradizionale da lasciarmi sempre il dubbio se poi valga la pena di ascoltarle, il prof. decide per un breve fuori programma (beh per un "attimo" mi è scorso un brivido lungo la schiena, ;-) per affrontare addirittura il tema centrale del festival stesso. Dopo quello che inizialmente poteva sembrare un guanto di sfida a qualche oratore precedente e che invece si limita in un elenco di definizioni decisamente scolastiche, il tema viene finalmente affrontato. Ovvero accenni di storia della scienza e prospettive biologiche. Il punto più convincente è stato nella demitizzazione del genoma stesso. Partendo da una osservazione elementare (quando mangiamo un hamburger mangiamo una "montagna di DNA, quello contenuto nel sancta sanctorum di ogni cellula") e dalla riduzione a testo lineare dello stesso genoma portava la sua osservazione verso i contributi che definiscono l'unicità dell'individuo.  La formuletta finale (che non rende giustizia all'intero discorso, ma giurerei sia quello che è rimasto nella mente di moltissimi ascoltatori) è che il genoma, inteso come punto di partenza ereditario che "consente più che inibisce", conta per circa un 40%, l'ambiente (o cultura o gli altri dieci modi in cui l'ha chiamato) per un altro 30-40% mentre il rimanente 20-30 % spetterebbe a quello che precedentemente aveva introdotto come "caso".
Sinceramente quando è uscito fuori con questo termine mi si sono rizzate le orecchie (i capelli come chi mi conosce può confermare poco possono fare) in quanto ho pensato che forse non essendo presente allo scorso festival (mi sbaglio?) volesse "polemizzare" a distanza con qualcun'altro... Nulla di tutto ciò. Il caso viene a finire nell'essere circoscritto in ciò che per limite della conoscenza o importanza "trascurabile" non sia studiato, noto, metodologicamente definito.
Quello che mi è sfuggito (o forse non c'era) è stato l'aggancio tra questi passi è la "nostra volontà e capacità di intervento".
Lo spazio riservato a domande ed approfondimenti personalmente non mi ha lasciato alcun ricordo....

A presto con le prossime parti.

Un Sorriso

P.S. In realtà alcuni spunti per approfondimento li avrei, ma ritengo che questo post sia già abbastanza ricco.

lunedì 4 luglio 2011

FESTIVAL DELLA FILOSOFIA 2011

Ehi ragazzi.... chi viene al Festival?


Tema di quest'anno

Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra
Genesi, I, 28
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Il circolo esistente in natura e l’idea del circolo esistente, la quale è pure in Dio, sono una sola e medesima cosa che si spiega mediante attributi diversi
B. Spinoza
Etica
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mercoledì 25 maggio 2011

DOVE STA L'INGHIPPO?


Cercando scoprirete ;-)
P.S. io non sopporto la Apple e ciò che rappresenta! Lo spottone finale non è robamia....

domenica 15 maggio 2011

Ehi... Qui siamo al top!!!

Eh si. Il video è un po' lunghetto, almeno sembrerebbe (15 minuti).
Però merita davvero.
Grazie a chi l'ha ideato e a chi l'ha dotato di sottotitoli in italiano (che non guastano mai).
NON PERDETEVELO!!!!



Nel testo la voce narrante dice di non essere un genitore.... peccato.
Io che lo sono, posso garantire che anche i miei figli guardano con serenità e fiducia alla scienza e sono certo che anche noi adulti dovremmo avere fiducia e serenità.
Siamo speciali anche senza religione, anzi ancora di più.
Tra le immagini che compaiono, alcuni avranno riconosciuto un film in bianco e nero che di tanto in tanto rivedo volentieri...anche se ho sempre pensato che le posizioni assunte fossero in parte troppo tolleranti nei confronti dei "credenti", magari dovute per stemperare censure o simili. Per chi non lo avesse ancora visto... lo raccomando per un paio di orette in simpatia.

Un Sorriso

lunedì 2 maggio 2011

Menzogne

La cosa più facile è essere smentiti.
Sulla storia di bin Laden ne abbiamo già sentite troppe.
Però non vedo intenzione di fare chiarezza.
Perché?

Primo Maggio a Roma



Da ascoltare, come sempre, con attenzione....

Forse in questo caso anche firmare una liberatoria "contro il referendum" potrebbe essere giustificato.

Un Sorriso

W la repubblica romana

Primo Maggio a Roma



Da ascoltare, come sempre, con attenzione....

Forse in questo caso anche firmare una liberatoria "contro il referendum" potrebbe essere giustificato.

Un Sorriso

W la repubblica romana

venerdì 1 aprile 2011

Decrescita: impronta ecologica vs. opportunità

Forse prima di giungere ai suicidi in qualche modo evocati nel post precedente, converrebbe soffermarsi sul concetto di necessità verso opportunità.

La domanda che vi pongo è abbastanza diretta:

"Siete disposti a consumare di meno(1) per cercare di contribuire alla permanenza della nostra presuntuosa specie su questo pianeta(2)"


Note :

1) meno terra, meno energia, meno stipendio, meno acqua... non significa suicidarsi ma forse cogliere consapevolezza dei bisogni reali rispetto al cogliere indistintamente tutte le opportunità (vedi bimbo che alla festa si ingurgita la totalità dei mignon che riesce ad arraffare)

2) Eh, si miei cari. Sono un drago sentimentale, e lasciare la pietra azzurra al momento mi peserebbe....

lunedì 28 marzo 2011

Decrescita felice

Chi l'ha detto che solo l'espansione possa rappresentare un modello positivo?

Viviamo in un mondo dove la prosperità viene misurata in incremento del PIL. Per chi non lo sapesse il PIL è quell'indicatore che cresce quando avviene un incidente stradale e si fanno riparare i danni ai veicoli e cala quando il principe sposa la sua cameriera e smette di pagargli lo stipendio. Scherzi a parte, il problema è di certo più ampio.

Non dobbiamo immaginare che la civiltà in cui viviamo sia l'unica esistente e che sia da sempre l'unica esistita o che automaticamente sia l'unica che continuerà, qualunque cosa accada, ad esistere. La storia dell'uomo è già colma di insuccessi e di civiltà che sono scomparse. Dalle più note a quelle studiate solo da storici ed addetti al settore.

Una delle principali cause della scomparsa delle civiltà umane è stata legata al sovra utilizzo delle risorse a disposizione. Per questo motivo, da ormai qualche anno sono un fautore del ripensamento dei nostri modelli "in particolare economici" affinché sia possibile cercare di evitare di essere causa della estinzione della civiltà cui appartengo.

I modi di ripensare i modelli di sviluppo possono essere tanti, spesso diversi sostanzialmente e talvolta persino in contraddizione, quello che però mi affascina di più, forse perché in controtendenza con il modo di fare di molti di quelli che mi circondano è il cosiddetto di "decrescita felice".

Ho scritto quello? Forse avrei dovuto parlare di "quel gruppo di modelli", perché poi anche in questa linea di pensiero le modalità e persino le finalità sono spesso diverse, ma probabilmente non è poi così importante. Quello che potremmo definire importante è il cosiddetto "punto di svolta".

Non ho la pretesa di esporre linee di pensiero la cui complessità supererebbe la mia capacità di sintesi per poterlo presentare in un solo post, ma vorrei che poteste riflettere su un concetto che sotto alcuni aspetti ha modificato assai la mia "filosofia di vita": meno è meglio!

In realtà in parecchi campi questo è già un sentire comune: dal controllo delle masse grasse (non sto facendo apologia dell'anoressia) alla preferenza accordata a piccoli gruppi per lo svolgimento di festicciole o alla dimensione del gruppo cui affidare il tentativo di risolvere problemi complessi.

Sostanzialmente mi limiterei ad entrare in argomento chiedendovi di riflettere sul numero di difficoltà cui vi piacerebbe imbattervi ogni mattino, dal conflitto per un parcheggio alla quantità di messaggi presenti sulla home della vostra email.

Il motto potrebbe essere semplificare, ma forse potremmo cominciare a definirlo come: ridurre!

Un Sorriso

P.S. So benissimo che esistono trattazioni sul web di argomenti analoghi, e non ho la pretesa di essere in proposito estremamente originale, ma la mia aspirazione sarebbe in proposito di mostrare dei punti di vista che magari meno stereotipati possano costituire stimolo ad una riflessione che in altri casi non sarebbe stata tentata....

martedì 22 marzo 2011

dualismi --> Dai non regge

Con il buon Davide si sta intavolando una discussione che mi sembra si stia espandendo.
Forse alcuni di questi temi meriterebbero di essere trattati in modo più dettagliato.
Segnalatemi quali vi sembra sia opportuno trattare qui.
Per il prequel recatevi in visita al post originale

--- qui riporto il mio ultimo commento:

Dai non regge!

1) se altri hanno fatte scelte sbagliate in passato cosa aiuterebbe continuarle noi? Se poi la tua idea è che la fine del mondo è ormai arrivata e non ci sia più niente da fare, allora lasciamo perdere.
2) avevo apprezzato la vignetta di "curiositas" perchè mi ha fatto venire in mente l'idea di migliaia di tecnici che dopo terremoto e tsunami si affannino per vedere il livello di sicurezza delle "strutture" ( e non centrali) fotovoltaiche o similari.
3) l'idea della "decrescita felice" mi appassiona da tempo. Essendo un fautore del concetto generalizzato di "ciclo di vita", ritengo che l'unico futuro davvero sostenibile sia con un umero di abitanti decisamente inferiore rispetto all'attuale. Riconosco che la questione sia complessa, ma le alterntive sono ridicole e fuorvianti.
4) L'economia, l'unica che conosco e riconosco, è una scienza umana (nel senso che gli appartenenti alla specie homo sapiens insipiens siano gli unici a praticarla). Come tale tenta di avvalersi di strumenti e come tale vi sono molti cialtroni che sostengono, come per tutte le altre scienze umane (dalla medicina alla geofisica) di usare metodi diversi che hanno però il triste merito di funzionare in modo consolatorio o giustificativo, ma mai predittivo. Come recita un detto affibbiato ad Einstein "mi occuperò di metereologia soltanto quando verrà chiamata metereonomia". Quindi parlare di altro che non sia "razionale" nel senso scientifico mi interessa soltanto al bar, tra l'esaltazione del gol di Del Piero e gli insulti al cardinale di turno che predica contro la procreazione assistita (a proposito ma se la chiamassimo maternità riusciremmo a toglierci un po' di pregiudizi ed intromissioni?)

giovedì 17 marzo 2011

Festeggiamenti?

Ecco che finalmente giunge l'occasione per tirare due righe di conti:

Ambiente: dopo i disastri del dopoguerra fino alle generazioni del baby boom siamo riusciti a risanare spiagge e litorali, il rimboschimento delle aree protette, il risanamento dei bacini idrici, la corretta destinazione delle aree periferiche, la valorizzazione dei piccoli municipi e dei borghi medievali.

Istruzione: La scuola di massa fornisce cittadini consapevoli e valorizza le potenzialità dei nostri giovani. Gli edifici scolastici costituiscono bene comune e le università raccolgono consensi unanimi dal mondo del lavoro e dalle comunità scientifiche di tutta europa.

Lavoro: le pari opportunità, i diritti dei più deboli e la sicurezza sui luoghi di lavoro sono a livelli che ci rendono fieri del nostro stato

Giustizia: Certezza del diritto e condizioni penitenziarie hanno cancellato quei tristi ricordi da film di Sordi ed il dramma dei suicidi in carcere è ormai un lontano ricordo.

....


Va bene interrompo l'elenco, il concetto è, spero, chiaro.

Da festeggiare trovo davvero poco. Quello che occorre fare è "rimboccarsi le maniche" ma non in fotografia.

Un Sorriso

domenica 27 febbraio 2011

Quale democrazia?

Estraggo un passo da una proposta di mozione che nella giornata del 1° marzo dovrebbe essere proposta ad un consiglio di docenti.

Premessa 1: per chi non ne fosse a conoscenza, io .... non sono un docente, ma "soltanto" un genitore utente della scuola e cittadino di questa sempre peggio amministrata repubblica.

Premessa 2: qui non si nomineranno pratiche che coinvolgono la sfera privata, non perché siano approvate o riprovevoli, ma in quanto insignificanti rispetto alle gravità delle problematiche trattate.
Ecco l'estratto:

NON CI SOTTRAIAMO ALLA VALUTAZIONE: Come docenti, siamo totalmente disponibili a sviluppare forme di valutazione e di autovalutazione, personali e di istituto. Vogliamo però che gli strumenti siano seri e coerenti. Se si vogliono valutare i docenti, si valutino i docenti, non gli alunni. Se si vuole valutare una scuola, si valuti la scuola, non la sua utenza. Con che spirito le scuole accetteranno gli alunni più in difficoltà, sapendo che ne abbassano le “performance” misurate dal Ministero?

Tendo a sottolineare (ho aggiunto io il sottolineato)  proprio l'ultimo passo. Il concetto di accettazione.

In un periodo in cui l'esaltazione e la depressione dei valori costituenti è effimera e gli stessi sono branditi come beni disponibili per le proprie convenienze politiche, rimarcherei il disappunto nel dover trattare questo tema.

CHI VORREBBE DOVERSI PORRE IL QUESITO:
"COSA POTRANNO RICORDARE I POSTERI RIGUARDO QUESTO PERIODO?"
Io NO!!!
In un ottica, indubbiamente ottimistica se non addirittura progressiva, continuo a sostenere che seppur in maniera non lineare la soddisfazione di alcuni principi universali sia crescente nel tempo.
Ora, se dovessimo pensare ai cittadini della repubblica di Weimar che assistettero ignavi alla instaurazione del terzo reich o agli austriaci che applaudivano all'ingresso delle truppe naziste nel Anschluss, quali sarebbero i nostri pensieri?
Disapprovazione? Pietà? Indifferenza?
Quale resta lo scopo di una società civile?!!
Ricordo ancora i manifesti di un signor nessuno riguardo: "Aiutare chi è rimasto indietro"
Ma la sostanza rimane immutata: cosa dobbiamo aspettarci dal futuro della nostra società?

Già in precedenza abbiamo dovuto attendere una invasione dal sud per liberarci dall'innominabile, questa volta anziché gli americani dovranno essere i magrebini?

venerdì 11 febbraio 2011

Grazie.

Sinceramente trovo più divertente la faccia di Gasparri che le vignette della Fornario.
Non perdetevelo.

P.S. Se non lo avete già visto.... lo avete perso.... forse, i misteri della rete sono insondabili

lunedì 31 gennaio 2011

giovedì 27 gennaio 2011

Root of all evil

Partendo da un assunto "dawkinsiano", ovvero che non esiste un "root for all evil" (neanche la religione), sono convinto che non possa esistere neanche una "sola soluzione a tutti i mali". La tesi "della complessità e dell'irriducibilità" è spesso combinata ad una incapacità di analisi e per questo spesso giustamente avversata. Avendo fatto della consapevolezza la mia bandiera ed il mio obiettivo, la mia bandiera perchè non debba mai rinunciare alle fondamenta faticosamente costruite (non ai suoi orpelli) ed il mio obiettivo perché possa comunque vederlo davanti e definirlo come causa della mia esistenza e giustificazione della mia unicità, e  combinando la consapevolezza nei suoi diversi gradi al riconoscimento di una realtà non affrontabile unicamente come curve gravitazionali, propendo per una valutazione attenta del circostante che renda più sensate le proposte che mi trovi a presentare rispetto a utopie che non saprei come e dove condurre. In particolare propendo per una valutazione complessa della relazione civile. Nel tempo le relazioni si sono evolute in conseguenza delle sfide che dovevano affrontare. Non tutti i modelli sono stati in grado di salvaguardare chi li perseguiva e le lezioni subite a volte sono state drammatiche. (to be contnued)

venerdì 7 gennaio 2011

Prospettive

Copio-incollo un "post-da-paura".
In quanti hanno il coraggio di affrontare la realtà?

Non pretendo di essere io a portarla avanti agli occhi di tutti, ma continuando a occuparci di escort ed altre minchiate non comprendo cosa ne potremmo trarre. Buona Lettura:

La terra dei cachi

Quanto sta facendo Marchionne alla FIAT non deve meravigliare. Sta semplicemente facendo il suo lavoro: massimizzare i profitti, minimizzare i costi. Esattamente come ogni piccolo imprenditore o commerciante, solo che i costi (o vite) in ballo sono molto di più. In un mondo capitalista e globalizzato sono dettagli.
Il problema è molto più grave.
  1. Non siamo un mercato redditizio in cui vendere
  2. Non siamo un mercato redditizio in cui produrre
  3. Non investiamo in ricerca
Praticamente siamo fuori dal mondo. Un tempo eravamo degli innovatori, un popolo di creativi in grado di esportare il propri prodotti unici in tutto il mondo. Poi abbiamo cominciato ad approfittare di questa situazione, convinti che i nostri brand e le nostre innovazioni fossero imbattibili e impossibili da riprodurre. Abbiamo cominciato a produrre a bassi costi in Cina e in altri paesi del terzo mondo, riducendo la qualità globale e interrompendo il processo innovativo. Poi improvvisamente ci siamo resi conto che il resto del mondo non è rimasto a guardare e ci siamo trovati fuori dal mercato.

Il problema va avanti ancora oggi. Lo Stato, invece di investire pesantemente in quei settori della ricerca in in cui il nostro paese si è dimostrato più volte all’avanguardia (cultura, arte, alta meccanica, moda, prodotti alimentari), si è attivato solo per tagliare ulteriormente i fondi per la ricerca. L’iniziativa privata in Italia si è dimostrata priva di lungimiranza, per nulla interessata a guardare al futuro ma più orientata verso guadagni facili ed immediati. Risultato: siamo al tracollo.
Il “Made in Italy” sopravvive e prospera solo dove si è continuato ad investire in ricerca e innovazione, dove le aziende hanno continuato a produrre opere uniche e irriproducibili altrove (Ferrari, alcuni brand della moda, alcuni prodotti alimentari, ecc). Gli altri sono crollati o hanno perso totalmente i propri legami con l’Italia, diventando aziende globali (FIAT).

Se non riprenderemo immediatamente ad investire nella ricerca, a sostenere il mondo accademico e ad incentivare la creatività e l’innovazione in Italia… siamo destinati alla bancarotta.


Qui finisce il "post-da-paura".
Qualche nota "originale"? Poche, se non che siamo rimasti ancorati ai "monarchi illuminati" e che ogni qualvolta ne siamo rimasti senza, i dolori nella penisola sono stati fortissimi.
Cosa proporre? La mia risosta è la solita: consapevolezza. I danni del berlusconismo trionfante di questi ultimi 20 anni (io li dato dal craxiano: "gli italiani debbono soffrire") sono tutti qui: rendita di posizione, sfruttamento dell'ignoranza, mercificazione della cultura, ecc...
Un Sorriso

mercoledì 5 gennaio 2011

Armi di distrAzione di massa

Armi di distrAzione di massa.


Perché è così importante l'estradizione di Battisti

Si, concordo che se uno deve pagare, è giusto che paghi, ma perché sarebbe "importante"? Forse Landoni dimostra che sia importante per "i familiari" ma capisco quelli che difronte allo sfacelo della giustizia pensano (o almeno io immagino che pensino): "OK, ma adesso pensiamo ai problemi veri"

Poi il numero di questi problemi sono diversi a seconda delle condizioni, ma dubito che ci siano 2 italiani su cento che possano mettere "davvero" questa situazione in testa alle loro priorità. Nonostante il battage pubblicitario e politico che giustifica l'inizio del mio commento.

Un Sorriso